lunedì 30 giugno 2025

Festa Fiori, Festa Mamma, Festa Finale

Cara mamma,
 eccomi qua
a raccontarti il tuo amore a cosa servirà.
A far crescere le mie MANI 
che sosterranno i miei figli un domani.
A far riempire di gioia il mio VISO
E a saper regalare il mio sorriso. 
Ad accompagnarmi per tutta la VITA
perché stai insieme a me come una CALAMITA
Ora mamma, ti ho detto a cosa serve Il tuo amore.
Mi insegna a stare al mondo usando il mio CUORE.
Grazie mamma perché se sono così 
e ' perché tu mi ami dalla luna fino a qui !
 
Da questa poesia nasce il lavoro per la festa della mamma .
Una scatola contenente tesori preziosi alcuni fatti già dai primi giorni di scuola altri alla fine.
La preparazione:

Creazione del fermacarte con foto,
con apposita macchinetta.

Preparazione scatola contenente :
la faccina in pasta di sale e una scheda con la propria mano e simbolo fatta a inizio anno,
disegno piccolo della mamma con calamita,
bottone fermacarte con foto,
poesia,
canzone intera,
frase della canzone detta dal bambino
foto mamma e bambino


I doni che si producono alla scuola dell’infanzia,
in occasione delle varie feste, in questo caso la scatola dei tesori, non sono semplici attività manuali: dietro il ritagliare, l’incollare, il pitturare o il punteggiare si sviluppano abilità fondamentali. I bambini affinano la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, scoprono strumenti nuovi (come la macchina per il bottone gigante) che stimolano curiosità e creatività, esercitano la concentrazione e la pazienza, imparano a seguire i passaggi e le regole, rinforzano la fiducia in sé e sperimentano la collaborazione con i compagni.
In questo modo l’esperienza del lavoretto diventa occasione di crescita personale, cognitiva e sociale, molto più ampia del prodotto finale.
Attraverso questi piccoli foglietti disegnati si può chiaramente vedere che nel lavoro sullo schema corporeo corporeo e sullo spazio, gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti. 


Nel mese antecedente alla data della festa,
le insegnanti hanno chiamato i bambini
uno alla volta per chiedere di dire una frase per la mamma o che la descrive. 
Poi grazie ad un programma abbiamo creato la canzone. 

Quando facciamo un lavoretto con le nostre mani, non stiamo solo incollando, colorando o ritagliando: stiamo mettendo dentro al lavoro un pezzettino del nostro cuore. Preparare un dono fatto da noi è speciale, perché significa che ci abbiamo pensato, ci abbiamo messo il nostro impegno e la nostra fantasia.

Quando regaliamo qualcosa che abbiamo creato, la persona che lo riceve sente tutta la nostra gioia e il nostro affetto. E anche noi ci sentiamo felici, perché abbiamo donato non solo un oggetto, ma anche un sorriso e un’emozione.

Per questo i lavoretti fatti a mano sono così preziosi: sono un piccolo tesoro che parla di noi.

Questo l'obiettivo più importante.

Insieme alla scatola i bambini portano a casa  in dono anche la foto creata per la festa dei fiori 




La nostra gita dalla Brunella è stata davvero una bellissima avventura! Abbiamo conosciuto tanti animali: un piccolo cinghialino curioso, i conigli a cui abbiamo dato da mangiare, le oche che starnazzavano e i cavalli che ci guardavano.







 Brunella ci ha accompagnato passo dopo passo a scoprire come da un uovo e dalla farina si può preparare la pasta. I bambini, con tanto entusiasmo, hanno messo i loro grembiulini: non solo per non sporcarsi, ma anche per sentirsi veri piccoli cuochi.

Insieme hanno imparato tutti i passaggi per fare l’impasto: rompere l’uovo, aggiungere la farina, mescolare con le mani e impastare con energia. 

È stato un momento di grande scoperta, perché ognuno ha potuto provare con le proprie mani a creare qualcosa di speciale. Alla fine hanno preparato le tagliatelle, che con orgoglio hanno portato a casa.
Questa gita non è stata solo un’occasione per vedere da vicino gli animali e imparare cose nuove, ma anche un momento prezioso di condivisione: uscire insieme, vivere esperienze diverse, ascoltare le spiegazioni di Brunella e sentirsi protagonisti. Un ricordo che rimarrà nel cuore di tutti!

Concludiamo il nostro anno scolastico con la preparazione di una fantastica e divertente recita:
 un percorso educativo e creativo.

La recita di fine anno nella scuola dell’infanzia non rappresenta semplicemente un momento di festa o di spettacolo da offrire alle famiglie, ma è la sintesi di un percorso ricco di obiettivi, esperienze e significati educativi. Ogni fase, dalla preparazione alla messa in scena, diventa infatti occasione di crescita, di apprendimento e di condivisione.
I bambini hanno collaborato attivamente alla costruzione della scenografia, rendendola davvero “loro”, parte integrante del vissuto quotidiano.
Dipingere strisce di carta ha significato esercitare il polso e la motricità fine, mentre colorare all’interno dei contorni delle sagome ha richiesto attenzione, precisione e controllo. 
Creare un albero con materiali non convenzionali, come la lana, ha permesso di sperimentare la manualità e di uscire dagli schemi tradizionali.


Non è stato semplice destrutturare gli stereotipi delle forme conosciute – stelle in alto, fiori in basso, alberi al centro – per immaginare un mondo nuovo e sorprendente. Questa sfida ha rappresentato un eccellente esercizio di fantasia, creatività e pensiero divergente: cancellare ciò che conosciamo e reinventarlo completamente.

Allo stesso modo, anche i nomi degli animali e delle piante della storia sono stati inventati, grazie a un accurato lavoro di metafonologia.

 I bambini hanno prodotto suoni, li hanno uniti e trasformati in parole nuove: così sono nati l’ulle, il salopino, l’albero pinamo, i frutti stri e i bobo

Un modo giocoso e al tempo stesso complesso di esplorare la lingua, sperimentando suoni e significati.
Parallelamente, le esperte di teatro e musica hanno guidato i bambini nell’esplorazione dei ritmi, delle posture e delle andature, dando vita a caratteristiche specifiche e originali per ciascun animale. La storia non era già scritta, ma ha preso forma giorno dopo giorno, intrecciando idee, tentativi ed esperimenti.
Da questo lavoro condiviso è nato un documentario immaginario intitolato “ANIMALPRUK”, che ha raccontato la vicenda di due gruppi di animali inventati: uno giallo e l’altro verde, l’uno in volo e l’altro a terra, l’uno che raccoglieva frutti in alto e l’altro in basso. Inizialmente diffidenti e incapaci di comunicare, i due mondi trovano infine un punto d’incontro grazie all’amicizia tra un’ulle e un salopino. Dalla fusione dei frutti “stri” e “bobo” nasce un frutto nuovo, lo stribobo, ancora più buono e succoso: simbolo di unione, collaborazione e condivisione.

La rappresentazione ha coinvolto anche i genitori in modo originale e divertente: una grande televisione scenografica ha fatto da cornice all’uscita dei bambini, mentre gli spettatori, muniti di un finto telecomando, potevano “accendere” la trasmissione. 


Tra una scena e l’altra, le insegnanti hanno proposto delle “pubblicità” ironiche e affettuose, occasione per valorizzare e promuovere la scuola in maniera creativa.


La recita è stata quindi il punto di arrivo di un percorso complesso e stimolante, in cui i bambini hanno imparato a collaborare, a creare, a esprimersi e a guardare il mondo con occhi diversi. Un momento conclusivo che non celebra soltanto il risultato finale, ma soprattutto il cammino che ciascuno di loro ha intrapreso, fatto di scoperte, conquiste e nuove consapevolezze.




 

lunedì 5 maggio 2025

Ed. Civica, Gita e attività di Pasqua

Un viaggio tra i mestieri:
Dalla società delle api e formiche all'organizzazione fra gli esseri umani, per arrivare alla festa del Papà con un racconto burattini in cui ogni personaggio possiede una qualità specifica e contribuisce con il proprio ruolo alla costruzione di una comunità armoniosa.
Successivamente 
abbiamo ripreso questo filo narrativo per proporre ai bambini una nuova storia, simile nella struttura e nei valori, incentrata sulla cooperazione e sulla valorizzazione delle competenze individuali all'interno della società.
 L’obiettivo è stato quello di avvicinare i bambini ai concetti dell’educazione civica in modo significativo.
Per rendere concreto il nostro percorso
abbiamo proposto un’esperienza diretta e coinvolgente, organizzando due uscite nel centro del paese per visitare più luoghi possibili e incontrare diverse persone: 
i bambini, con microfono alla mano, sono diventati piccoli reporter ed hanno intervistato i negozianti di Cetona. 
Le domande sono semplici ma significative: “Che lavoro fai?” e “Quali strumenti usi per lavorare?”


Abbiamo fatto tappa dalla parrucchiera che ci ha accolti con entusiasmo e ci ha mostrato gli strumenti del suo mestiere – spazzole, pettini e phon – spiegandoci con cura il suo lavoro. Poi è stata la volta della fioraia, che ci ha parlato di vasi, palette, nastri e carte colorate. Abbiamo incontrato anche l’educatrice dell’asilo nido, che ci ha raccontato come la sua voce sia il suo strumento principale per parlare, raccontare e rassicurare i bambini. Infine, l’incontro eccezionale e speciale con il sindaco sempre disponibile e sorridente con i bambini:
Ci ha spiegato che i suoi strumenti di lavoro sono il telefono e il computer, indispensabili per comunicare con i cittadini, rispondere alle esigenze del territorio e contribuire al benessere della comunità.
L’attività si è svolta nell’arco di due giorni, per darci modo di visitare quanti più negozi possibile e conoscere diverse figure professionali.
La signora Patrizia, sempre accogliente, oltre a rispondere alle nostre domande ci ha mostrato un piccolo lavoretto che avevamo fatto per lei in passato e che ancora conserva gelosamente.
Portare i bambini della scuola dell'infanzia a passeggio è un'attività fondamentale per la loro crescita. Attraversare sulle strisce pedonali, tenersi per mano e prestare attenzione ai possibili pericoli li aiuta a comprendere le regole della sicurezza stradale. Questo esercizio pratico rafforza l'educazione civica, insegnando loro il rispetto per gli altri e per le norme che regolano la vita quotidiana. Inoltre, favorisce l'autonomia e la consapevolezza, preparando i piccoli a muoversi in sicurezza nel mondo che li circonda. 
Al rientro, abbiamo proseguito in sezione il lavoro con l’uso dei burattini, arricchendo l’esperienza con un’attività linguistica finalizzata all’ampliamento del vocabolario.
 I bambini hanno lavorato sull’associazione tra luoghi (es. panetteria, lavanderia, fiorista), professioni (panettiere, lavandaia,fioraia) e strumenti o prodotti tipici del mestiere (pane, lavatrice, fiori). Un esercizio prezioso per favorire lo sviluppo del linguaggio, poiché spesso utilizziamo parole che per noi adulti sono scontate ma che i bambini non conoscono ancora pienamente.
Il giorno dopo il secondo step è stato quello di mostrare l'oggetto e il suo utilizzo e i bambini  indovinano il burattino corrispondente. 
Es: mostrando il fischietto rispondono vigile,
mostrando il pulmino rispondono autista e non pulminista come simpaticamente ha detto qualcuno o fruttarolo al posto di ortolano.
A conclusione del percorso, con i piccoli abbiamo organizzato un gioco di “caccia al tesoro”: nella stanza blu 
l'insegnante mima il gesto del mestiere così da stimolare i bambini a osservare, riflettere e decodificare il linguaggio non verbale del corpo, una volta indovinato viene mostrato il burattino, e successivamente i bambini, divisi in piccoli gruppi, si recano in laboratorio per cercare lo strumento di lavoro corrispondente, consolidando così le associazioni apprese in modo ludico e cooperativo.
I bambini alla ricerca.
Oggetto trovato e posizionato!

Parallelamente, i bambini di 5 anni hanno fatto un'attività che prevedeva un gioco di ruolo. I bambini si sono immedesimati in adulti con una professione: improvvisamente i bambini diventano grandi e hanno un lavoro!

 Ma partiamo dall'inizio: sotto una grande coperta erano nascosti dei kit contenenti abiti e accessori rappresentativi di diversi mestieri (come la fascia tricolore per il sindaco, la divisa e l’estintore per il pompiere, ecc.). A turno, ogni bambino ha pescato a sorpresa un kit e si è travestito in base al mestiere trovato.

Una volta “in costume”, i bambini hanno partecipato a un’intervista in cui venivano invitati a raccontare che lavoro facevano, cosa comportava e a rispondere a semplici domande degli altri: un’occasione per esercitare il linguaggio, la fantasia e la capacità di immedesimazione.

 
Infine, i bambini grandi, ormai veri e propri “professionisti”, hanno fatto visita al gruppo dei più piccoli, gli Orsetti. Si sono presentati uno a uno, spiegando chi erano e quale lavoro svolgevano, mostrando con orgoglio i loro vestiti e accessori.


Questa attività ha offerto un’occasione ludica e formativa per riflettere sull’importanza dei diversi ruoli nella comunità, sul senso di responsabilità e sul valore del lavoro, attraverso il gioco simbolico e la condivisione tra pari.

Proponiamo alcune schede strutturate per verificare e approfondire i contenuti del percorso.

Riprendiamo la storia burattini. 

Un'altra storia con i burattini accompagna il nostro percorso educativo e ci introduce alla prossima uscita didattica. Ogni proposta è sempre collegata alla precedente da un significato profondo: sono infatti le esperienze vissute che permettono ai bambini di apprendere in modo autentico.

Questa volta, la storia è ambientata a Camporsevoli, un piccolo borgo dove tutto è in perfetta armonia perché ciascuno ha un ruolo e una funzione specifica. Come quando abbiamo lavorato sul tema della società delle api, con il personaggio di Telly, l'ape senza ruolo, anche in questa storia ritroviamo una figura con una difficoltà simile all’interno della comunità dei burattini.

Il protagonista si chiama Pasquale. A differenza degli altri, non possiede un mestiere ben definito: non sa aggiustare le macchine, cucinare, né scegliere le medicine adatte per curare. Ha provato diverse attività, ma senza successo. Così, Pasquale trascorre le giornate passeggiando per le vie del paese. Essendo un tipo preciso e ordinato, ogni volta che trova un oggetto abbandonato lo raccoglie e lo sistema nel giardino di casa, seguendo un suo personale schema creativo, ordinato e simmetrico.

Un giorno, a Camporsevoli arriva un signore di nome Luca. Rimane colpito dalle curiose composizioni create da Pasquale, tanto da fotografarle e mostrarle ai suoi amici. Quelle immagini iniziano a circolare, attirando l’attenzione di molte persone. Luca, entusiasta, invita anche il suo amico americano a visitare il borgo, ripetendogli: “Manda là le persone a vedere queste creazioni!”. Da questa espressione, pronunciata più volte, nasce il termine "mandala", che diventerà il nome delle opere di Pasquale.

Così Pasquale scopre di avere un talento speciale e, come tutti gli abitanti di Camporsevoli, trova un’attività che lo rende felice e che contribuisce ad abbellire il paese, rendendolo ancora più caratteristico.

Dopo aver ascoltato la storia, proponiamo ai bambini un’attività grafico-pittorica: ciascuno riceve un disegno circolare identico alla base e viene invitato a completarlo creando il proprio mandala. Le uniche regole da seguire sono mantenere la forma rotonda e utilizzare un colore e dei segni grafici a piacere, purché ripetitivi.

È finalmente arrivato il giorno della gita! I bambini, emozionatissimi, si preparano a trascorrere un’intera giornata fuori. La gita scolastica, nella scuola dell’infanzia, rappresenta un’esperienza educativa fondamentale: promuove l’autonomia, la socializzazione e il rispetto delle regole.

Senza la presenza dei genitori, i bambini imparano a non avere privilegi e a gestire in autonomia il proprio materiale (zaino, felpa, cibo), sviluppando senso di responsabilità e indipendenza; camminare insieme senza essere presi in braccio invece rafforza la resistenza fisica e la consapevolezza dello spazio. 

Un altro importante obiettivo è il rispetto delle regole, come non allontanarsi dal gruppo o mangiare tutti insieme in un contesto diverso con modalità e tempi differenti, promuovendo la collaborazione e il senso di appartenenza. Questa esperienza permette ai bambini di vivere un momento di crescita, scoprendo il mondo in modo attivo e condiviso. 

Il pranzo in cerchio nel piazzale è stato un momento divertente ricco di risate chiacchiere e convivialità.

Arrivati a Camporsevoli abbiamo prima fatto un giro nel bosco, raccogliendo i vari tesori che la natura ci regala e poi ci siamo seduti ad ascoltare la storia di Paquale e dei suoi mandala.

 Questo piccolo borgo è  ricco di tanta storia e i diversi  spazi che lo caratterizzano dalla vecchia scuola ormai chiusa, la prigione il museo, la Chiesa, gli animali ecc.. sono meravigliosi.
Abbiamo anche giocato a fare i panettieri, lavate bene le mani e impastato per fare il pane.

 




Ritornati a scuola nei giorni successivi giochiamo in giardino per imparare come fare i mandala naturali .


E con l'aiuto del nostro burattino Pasquale, che ci ricorda le regole per farlo, eccoci preparare dopo questa esperienza i nostri regali di Pasqua