mercoledì 3 dicembre 2025

Giornata della disabilità: la tartaruga che non poteva correre!

Riflessione sul superamento delle barriere e sull’inclusione

Nella storia, i personaggi di Orso Buco decidono di fare un gioco di corsa. Tutti sono entusiasti, ma la tartaruga si sente triste: il suo guscio la appesantisce e non le permette di correre veloce come gli altri. In quel momento nasce una barriera, una difficoltà che la separa dal gruppo. Non è una barriera fatta di muri o scale, ma una differenza che rischia di escluderla dal gioco e quindi dalla gioia di stare insieme.

Gli altri animali, però, si accorgono della sua difficoltà e fanno qualcosa di molto importante: non cambiano la tartaruga, non le chiedono di fare ciò che non può. Cambiano invece il modo di giocare. Inventano una slitta e la caricano sopra, così possono correre tutti insieme.
Toro è forte e si offre per tirare la slitta con tutti sopra.
La slitta diventa, nella storia, uno strumento compensativo, un aiuto che permette anche a chi ha un limite o una caratteristica diversa di partecipare pienamente.

Questa scelta ci insegna molte cose.

1. Le differenze non sono un ostacolo: diventano una ricchezza se il gruppo si adatta

Ogni bambino è diverso: c’è chi corre veloce, chi salta alto, chi è più timido, chi ha bisogno di più tempo o di un supporto per partecipare.

Nella storia, gli amici non vedono la tartaruga come un problema: la vedono come parte del gruppo, una compagna che ha diritto di giocare come tutti.

L’inclusione nasce proprio così: quando le differenze non sono motivo di esclusione, ma occasioni per trovare nuove soluzioni.

2. Le barriere si possono superare insieme

Alcune barriere sono nelle nostre teste: 
“Non ce la farà”, “È troppo lenta”, “Meglio lasciarla stare”.

Altre barriere sono fisiche e concrete, come scale troppo ripide, porte strette, ambienti non pensati per tutti.

Nella storia, il guscio della tartaruga rappresenta proprio questo tipo di barriera: un limite reale, che però può essere superato con un aiuto adeguato.

Quando il gruppo inventa la slitta, sta compiendo un gesto di grande valore: non elimina la barriera, ma la aggira, la supera, la rende non più un ostacolo.

È esattamente ciò che facciamo nella vita quotidiana quando usiamo una pedana, un ascensore, un tavolo adattato, un comunicatore, un’immagine, un tempo aggiuntivo.

3. Gli strumenti compensativi sono “ponti” che permettono a tutti di partecipare

La slitta è un simbolo molto potente.

Non rende la tartaruga un animale diverso, non le toglie il guscio.

Semplicemente le offre la possibilità di stare dentro al gioco, come meritano tutti i bambini.

4. L’inclusione è una scelta: nasce dallo sguardo degli altri

Nella storia la tartaruga non chiede aiuto. 
Sono gli altri a sceglierla.

Questa è la vera inclusione: riconoscere chi rischia di rimanere indietro e trovare modi per portarlo con noi.

I bambini sono così presi dalla storia che iniziano a entrare nel racconto con il loro corpo,  si alzano e iniziano a provare le diverse andature degli animali.

 Li contano, per vedere quanti sono e se ci stanno sulla slitta

Infine, grande divertimento, giocano a essere  tori e tartarughe  e senza preferire un personaggio all'altro, chiedono di essere entrambe.
Via veloce come il vento... chi trascina è il toro e chi viene trascinato è la tartaruga.
Perché la vera forza di un gruppo non sta in chi corre più veloce, ma in chi non lascia indietro nessuno.

martedì 2 dicembre 2025

Orso buco: il percorso dei tre anni alla scoperta di linee, movimenti e narrazioni

Nel gruppo dei bambini e delle bambine di tre anni, l’albo illustrato “Orso, buco!” ha rappresentato il punto di partenza per un ricco viaggio di scoperta, movimento ed esplorazione. Attraverso le immagini, i personaggi e le linee grafiche presenti nel libro, i piccoli hanno potuto vivere un’esperienza immersiva che ha coinvolto corpo, emozioni e creatività.

Il percorso ha preso avvio con la lettura condivisa di “Orso, buco!”. L’ascolto della storia ha catturato l’attenzione dei bambini e delle bambine, che hanno seguito con curiosità le avventure dei personaggi. Le illustrazioni vivaci e la struttura ripetitiva del racconto hanno favorito la partecipazione e l’anticipazione degli eventi, costruendo fin da subito un clima di coinvolgimento attivo.

Esplorare le linee attraverso il corpo

Osservando le pagine dell’albo, l’insegnante ha guidato i piccoli alla scoperta delle diverse linee presenti: dritte, curve, ondulate e zig zag.
 Prima di tradurle su carta, le linee sono state vissute con il corpo: i bambini hanno camminato seguendo percorsi predisposti nello spazio. Questo lavoro motorio ha permesso loro di interiorizzare il movimento e riconoscere, attraverso l’esperienza diretta, la forma di ciascuna linea.



Dalla motricità alla coordinazione oculo-manuale

Dopo la scoperta corporea, le attività si sono spostate verso la rappresentazione grafica. Tracciamenti, giochi di manipolazione e percorsi tattili hanno aiutato i piccoli a trasformare il movimento in gesto, stimolando la coordinazione oculo-manuale in modo naturale e divertente.

Ogni strada percorsa da orso e dai suoi amici, dopo essere stata elaborata con il corpo nella classe, viene poi riprodotta e riadattata allo spazio più contenuto del foglio.

La strada dritta colorata con il dito, le dune del deserto ricoperta con i semini e poi colorata, il bosco con i legnetti e anche stavolta ripresa per essere colorata, la linea ondulata del fiume punteggiata,…tutte queste attività hanno favorito una trasformazione e un riadattamento di quanto appreso portando a un consolidamento dei concetti relativi di ondulato, dritto, zig zag nonché al rafforzamento del processo di discriminazione del colore.


La storia prende vita: la drammatizzazione con i burattini

Per consolidare la comprensione del racconto e permettere ai bambini di farlo davvero “proprio”, è stata proposta una drammatizzazione con i burattini. Utilizzando le piccole marionette, i bambini hanno rielaborato gli eventi, dato voce ai personaggi e ricreato le scene principali. Un’attività preziosa per sviluppare linguaggio, espressività e competenze sociali.


Il “gioco delle scatoline”

Un momento molto atteso è stato il “gioco delle scatoline”: da ciascuna scatola usciva un animale del racconto. Questa sorpresa ha mantenuto alta la curiosità e ha favorito il riconoscimento dei personaggi, stimolando memoria e attenzione.

Raccontare al banco: i cerchi colorati

Riprendendo un elemento ricorrente dell’albo, i bambini hanno drammatizzato la storia anche al banco, usando cerchi colorati di diverse grandezze, proprio come quelli presenti nelle illustrazioni. Come nella storia, ogni cerchio rappresentava un personaggio, permettendo ai piccoli di ricostruire la trama in autonomia.

Associazione animale–cerchio

Successivamente è stata proposta un’attività di associazione: ogni animale veniva collegato al proprio cerchio colorato e viceversa. Un esercizio semplice ma fondamentale per sviluppare capacità logiche, osservazione e classificazione.


Creare per raccontare: pittura e colorazione finale

Il percorso si è concluso con un laboratorio artistico in cui i bambini e le bambine hanno potuto dipingere e colorare i personaggi dell’albo utilizzando diverse tecniche. Pennelli, spugne, pezzi di carta, acquarelli e pastelli, ciascuno reinterpretato secondo la sensibilità di ogni bambino.

L’albo “Orso, buco!” si è rivelato un eccellente “libro guida” per un progetto didattico ricco e multisensoriale. Attraverso la lettura, il movimento, la drammatizzazione e le attività grafico-pittoriche, i bambini hanno potuto esplorare forme, emozioni e narrazioni, crescendo nella loro autonomia espressiva e motoria.
 Un percorso semplice, ma capace di lasciare un segno autentico nel loro modo di osservare e raccontare il mondo. 

Potete immaginare la soddisfazione degli insegnanti quando al termine del percorso un bambino nel gioco libero disegna e con orgoglio porta il foglio alla maestra dicendo: “Guarda! Ho fatto orso e i suoi amici!”🥰🥰