Cara mamma,
eccomi qua
a raccontarti il tuo amore a cosa servirà.
A far crescere le mie MANI
che sosterranno i miei figli un domani.
A far riempire di gioia il mio VISO
E a saper regalare il mio sorriso.
Ad accompagnarmi per tutta la VITA
perché stai insieme a me come una CALAMITA
Ora mamma, ti ho detto a cosa serve Il tuo amore.
Mi insegna a stare al mondo usando il mio CUORE.
Grazie mamma perché se sono così
e ' perché tu mi ami dalla luna fino a qui !
Da questa poesia nasce il lavoro per la festa della mamma .
Una scatola contenente tesori preziosi alcuni fatti già dai primi giorni di scuola altri alla fine.
La preparazione:
Creazione del fermacarte con foto,
con apposita macchinetta.
Preparazione scatola contenente :
la faccina in pasta di sale e una scheda con la propria mano e simbolo fatta a inizio anno,
disegno piccolo della mamma con calamita,
bottone fermacarte con foto,
poesia,
canzone intera,
frase della canzone detta dal bambino
foto mamma e bambino
I doni che si producono alla scuola dell’infanzia,
in occasione delle varie feste, in questo caso la scatola dei tesori, non sono semplici attività manuali: dietro il ritagliare, l’incollare, il pitturare o il punteggiare si sviluppano abilità fondamentali. I bambini affinano la motricità fine e la coordinazione occhio-mano, scoprono strumenti nuovi (come la macchina per il bottone gigante) che stimolano curiosità e creatività, esercitano la concentrazione e la pazienza, imparano a seguire i passaggi e le regole, rinforzano la fiducia in sé e sperimentano la collaborazione con i compagni.
In questo modo l’esperienza del lavoretto diventa occasione di crescita personale, cognitiva e sociale, molto più ampia del prodotto finale.
In questo modo l’esperienza del lavoretto diventa occasione di crescita personale, cognitiva e sociale, molto più ampia del prodotto finale.
Attraverso questi piccoli foglietti disegnati si può chiaramente vedere che nel lavoro sullo schema corporeo corporeo e sullo spazio, gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti.
Nel mese antecedente alla data della festa,
le insegnanti hanno chiamato i bambini
uno alla volta per chiedere di dire una frase per la mamma o che la descrive.
Poi grazie ad un programma abbiamo creato la canzone.
Quando facciamo un lavoretto con le nostre mani, non stiamo solo incollando, colorando o ritagliando: stiamo mettendo dentro al lavoro un pezzettino del nostro cuore. Preparare un dono fatto da noi è speciale, perché significa che ci abbiamo pensato, ci abbiamo messo il nostro impegno e la nostra fantasia.
Quando regaliamo qualcosa che abbiamo creato, la persona che lo riceve sente tutta la nostra gioia e il nostro affetto. E anche noi ci sentiamo felici, perché abbiamo donato non solo un oggetto, ma anche un sorriso e un’emozione.
Per questo i lavoretti fatti a mano sono così preziosi: sono un piccolo tesoro che parla di noi.
Questo l'obiettivo più importante.
Insieme alla scatola i bambini portano a casa in dono anche la foto creata per la festa dei fiori
Insieme hanno imparato tutti i passaggi per fare l’impasto: rompere l’uovo, aggiungere la farina, mescolare con le mani e impastare con energia.
Allo stesso modo, anche i nomi degli animali e delle piante della storia sono stati inventati, grazie a un accurato lavoro di metafonologia.
La rappresentazione ha coinvolto anche i genitori in modo originale e divertente: una grande televisione scenografica ha fatto da cornice all’uscita dei bambini, mentre gli spettatori, muniti di un finto telecomando, potevano “accendere” la trasmissione.
La recita è stata quindi il punto di arrivo di un percorso complesso e stimolante, in cui i bambini hanno imparato a collaborare, a creare, a esprimersi e a guardare il mondo con occhi diversi. Un momento conclusivo che non celebra soltanto il risultato finale, ma soprattutto il cammino che ciascuno di loro ha intrapreso, fatto di scoperte, conquiste e nuove consapevolezze.
La nostra gita dalla Brunella è stata davvero una bellissima avventura! Abbiamo conosciuto tanti animali: un piccolo cinghialino curioso, i conigli a cui abbiamo dato da mangiare, le oche che starnazzavano e i cavalli che ci guardavano.
Brunella ci ha accompagnato passo dopo passo a scoprire come da un uovo e dalla farina si può preparare la pasta. I bambini, con tanto entusiasmo, hanno messo i loro grembiulini: non solo per non sporcarsi, ma anche per sentirsi veri piccoli cuochi.
Insieme hanno imparato tutti i passaggi per fare l’impasto: rompere l’uovo, aggiungere la farina, mescolare con le mani e impastare con energia.
È stato un momento di grande scoperta, perché ognuno ha potuto provare con le proprie mani a creare qualcosa di speciale. Alla fine hanno preparato le tagliatelle, che con orgoglio hanno portato a casa.
Questa gita non è stata solo un’occasione per vedere da vicino gli animali e imparare cose nuove, ma anche un momento prezioso di condivisione: uscire insieme, vivere esperienze diverse, ascoltare le spiegazioni di Brunella e sentirsi protagonisti. Un ricordo che rimarrà nel cuore di tutti!
Questa gita non è stata solo un’occasione per vedere da vicino gli animali e imparare cose nuove, ma anche un momento prezioso di condivisione: uscire insieme, vivere esperienze diverse, ascoltare le spiegazioni di Brunella e sentirsi protagonisti. Un ricordo che rimarrà nel cuore di tutti!
Concludiamo il nostro anno scolastico con la preparazione di una fantastica e divertente recita:
un percorso educativo e creativo.
La recita di fine anno nella scuola dell’infanzia non rappresenta semplicemente un momento di festa o di spettacolo da offrire alle famiglie, ma è la sintesi di un percorso ricco di obiettivi, esperienze e significati educativi. Ogni fase, dalla preparazione alla messa in scena, diventa infatti occasione di crescita, di apprendimento e di condivisione.
I bambini hanno collaborato attivamente alla costruzione della scenografia, rendendola davvero “loro”, parte integrante del vissuto quotidiano.
I bambini hanno collaborato attivamente alla costruzione della scenografia, rendendola davvero “loro”, parte integrante del vissuto quotidiano.
Dipingere strisce di carta ha significato esercitare il polso e la motricità fine, mentre colorare all’interno dei contorni delle sagome ha richiesto attenzione, precisione e controllo.
Creare un albero con materiali non convenzionali, come la lana, ha permesso di sperimentare la manualità e di uscire dagli schemi tradizionali.
Non è stato semplice destrutturare gli stereotipi delle forme conosciute – stelle in alto, fiori in basso, alberi al centro – per immaginare un mondo nuovo e sorprendente. Questa sfida ha rappresentato un eccellente esercizio di fantasia, creatività e pensiero divergente: cancellare ciò che conosciamo e reinventarlo completamente.
Allo stesso modo, anche i nomi degli animali e delle piante della storia sono stati inventati, grazie a un accurato lavoro di metafonologia.
I bambini hanno prodotto suoni, li hanno uniti e trasformati in parole nuove: così sono nati l’ulle, il salopino, l’albero pinamo, i frutti stri e i bobo.
Un modo giocoso e al tempo stesso complesso di esplorare la lingua, sperimentando suoni e significati.
Parallelamente, le esperte di teatro e musica hanno guidato i bambini nell’esplorazione dei ritmi, delle posture e delle andature, dando vita a caratteristiche specifiche e originali per ciascun animale. La storia non era già scritta, ma ha preso forma giorno dopo giorno, intrecciando idee, tentativi ed esperimenti.
Parallelamente, le esperte di teatro e musica hanno guidato i bambini nell’esplorazione dei ritmi, delle posture e delle andature, dando vita a caratteristiche specifiche e originali per ciascun animale. La storia non era già scritta, ma ha preso forma giorno dopo giorno, intrecciando idee, tentativi ed esperimenti.
Da questo lavoro condiviso è nato un documentario immaginario intitolato “ANIMALPRUK”, che ha raccontato la vicenda di due gruppi di animali inventati: uno giallo e l’altro verde, l’uno in volo e l’altro a terra, l’uno che raccoglieva frutti in alto e l’altro in basso. Inizialmente diffidenti e incapaci di comunicare, i due mondi trovano infine un punto d’incontro grazie all’amicizia tra un’ulle e un salopino. Dalla fusione dei frutti “stri” e “bobo” nasce un frutto nuovo, lo stribobo, ancora più buono e succoso: simbolo di unione, collaborazione e condivisione.
La rappresentazione ha coinvolto anche i genitori in modo originale e divertente: una grande televisione scenografica ha fatto da cornice all’uscita dei bambini, mentre gli spettatori, muniti di un finto telecomando, potevano “accendere” la trasmissione.
Tra una scena e l’altra, le insegnanti hanno proposto delle “pubblicità” ironiche e affettuose, occasione per valorizzare e promuovere la scuola in maniera creativa.